Una casa per i monaci in india: un piccolo gesto per ripagare la gentilezza di Ghesce Ciampa Ghiatso

Condividiamo con voi un aggiornamento al progetto che stiamo finanziando dal 2021, grazie al contributo dell’8×1000 che tutti voi decidete di donare all’Unione Buddhista Italiana.

Per noi monaci e monache di Sangha Onlus questo intervento umanitario riveste un’importanza speciale perché è stata la casa di Ghesce Ciampa Ghiatso, e potrebbe essere la dimora in cui vivrà, una volta riconosciuta la sua reincarnazione. Riteniamo imprescindibile riconoscere la gentilezza del nostro Maestro e così aiutare chi, oggi in questa difficile situazione globale, ha bisogno di aiuto.

Siamo vicini a Mysore (in un villaggio del Karnataka, presso il Monastero di Sera, nel Sud dell’India). Il progetto intende sostenere le infrastrutture monastiche con particolare riguardo alle aree d’insediamento dei profughi tibetani.
Nello specifico stiamo collaborando alla ristrutturazione della Casa numero 3 del Monastero di Sera Jey (una delle più antiche nella Sera vecchia), che ospita appunto dei monaci esiliati dal Tibet, dove non possono accedere al livello d’istruzione fornito nelle università monastiche sorte in India, dopo l’invasione cinese in Tibet del 1959.
La ristrutturazione interesserà le residenze monastiche e una piccola sala di meditazione.

STORIA DELLA CASA n.3

Ghesce-la nella sua stanza della Casa 3 a Sera Jey, con Tamdin e Tarshul Rinpoche, dietro Tenzin Kunsang. Sera Jey, dicembre 1993.

Sera è il complesso monastico universitario più popolato, fuori dal Tibet.
Fino alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso, il maestro Ghesce Tashi Bum si è occupato della formazione dei monaci e di tutto ciò di cui necessitava la “Casa 3” (il nome deriva dal numero civico della casa, all’interno del complesso monastico).

Alla sua dipartita, il Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso suo discepolo (primo Abate del Monastero di Sangha Onlus e Maestro residente a Pomaia presso l’Istituto Lama Tzong Khapa), diventa il successore nella responsabilità della Casa 3 e dei suoi studenti.

Conosciuto da tutti a Pomaia con l’appellativo di “Ghesce-la”, si recava spesso nella sua casa in India al Monastero. Ghesce-là era molto generoso e collaborava a varie iniziative e progetti legati al monastero e al Tibet, sostenendo anche richieste di aiuto personali che provenivano dalle famiglie residenti a Sera Jey e dai vicini campi dei rifugiati.

Proprio di fronte alla casa n. 3 sorgeva un edificio che Ghesce-là decise di acquistare negli anni ‘90 per farne un ostello e raccogliere i numerosi monaci tibetani che ancora all’epoca scappavano dal Tibet per rifugiarsi in India e dedicarsi allo studio.

L’edificio non era in ottime condizioni ma, in un primo momento, con qualche piccolo restauro fu reso abitabile. Era costituito da canne di bambù e tegole e, negli anni successivi, si danneggiò gravemente a causa delle condizioni climatiche del luogo (molto piovoso durante i monsoni e molto caldo durante i primi mesi dell’anno). Ghesce-la aveva manifestato il desiderio di ristrutturarlo ma purtroppo non riuscì a portare a termine questo progetto a causa della sua malattia e scomparsa avvenuta nel 2007.

IL PROGETTO E I BENEFICIARI

Ghesce Tenzin Norbu e il Ven. Thupten Zopa, i monaci più anziani attualmente lì residenti, stanno seguendo i lavori e ci informano sul loro andamento.

I lavori necessari riguardano principalmente la ristrutturazione della rete idrica ed elettrica e il rifacimento delle aree in rovina, compresi i bagni e gli alloggi.
Una volta ultimata, la casa ospiterà circa 30 monaci.
Vi terremo aggiornati.