27 ottobre: lo Spirito di Assisi per la Pace nel Mondo

A distanza di 37 anni dal primo incontro di preghiera interreligioso fortemente voluto dall’allora Papa Giovanni Paolo II a cui aderirono, con Sua Santità il Dalai Lama, diversi capi religiosi da tutto il mondo per pregare per la pace, venerdì 27 ottobre si rinnova l’appuntamento dello “Spirito di Assisi”.
Quest’anno cade proprio nel giorno di preghiera e digiuno per la pace annunciato da Papa Francesco, e al quale la nostra comunità monastica si unirà in preghiera. 
Durante la nostra recente visita ad Assisi insieme all’abate Ghesce Thubten Chonyi, noi monaci e monache abbiamo incontrato anche Don Tonio Dell’Olio, presidente della commissione Spirito di Assisi, che fu tra gli organizzatori dell’evento del 1986.
Don Tonio ci ha ricordato che “proprio a partire da quella data e da quell’evento sono scaturite tante iniziative promosse da questa commissione, che ha sede in Assisi, con l’obiettivo di proseguire il 27 di ogni mese nella proposta della preghiera, su temi sociali che via via vengono individuati come l’ambiente, crisi, guerre, conflitti e minaccia dei diritti umani. 
In particolare riteniamo che sia importante e utile condividere riflessioni, pensieri, confronti di dialogo, e ancora di più trovarsi insieme spiritualmente, ciascuno con i propri linguaggi e la propria tradizione.”

Khen Rinpoche nel suo intervento ha affermato: “Sono molto contento di essere qui ad Assisi. È la prima volta che visito l’Italia e che ho modo di approfondire la storia di San Francesco. Mi ha molto colpito, perché è molto simile a quella di Milarepa, che è stato un grande santo tibetano.

Penso che sia davvero molto importante incontrarsi e conoscere le storie dei santi nelle varie tradizioni religiose e le varie preghiere, perché in questo modo aumentano la conoscenza reciproca, il rispetto e si può diventare davvero una grande famiglia.
Le diverse organizzazioni religiose possono avere un ruolo importante per promuovere la pace nel mondo. Questa è la nostra missione.”

È intervenuto anche il ven. Massimo Stordi che ha ricordato l’incontro avvenuto il giorno prima a Santa Luce, con il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, la sindaca Giamila Carli, le autorità e l’Abate. In quella circostanza l’abate ha enfatizzato l’importanza del Monastero, che si sta andando a costruire, per il dialogo interreligioso: “Sangha Onlus fa parte di una realtà internazionale, che si è sviluppata anche in Italia e per questo abbiamo voluto che il nostro Abate potesse toccare con mano la realtà, le tradizioni e le radici religiose di questo nostro Paese, con le quali il buddhismo ha molte similitudini. Infatti, quando alla fine degli anni ’70 il fondatore della FPMT Lama Yeshe chiese a Sua Santità il Dalai Lama dove realizzare un Monastero in Occidente, egli suggerì di costruirlo in Italia perché qui le persone hanno una tradizione monastica millenaria e questo avrebbe facilitato l’insediamento e la pratica.”

L’incontro si è concluso con le parole dell’abate: “Dedichiamo questo momento di fratellanza affinché possiamo essere in grado di portare la pace e diffondere questo pensiero di amore e compassione per tutti quanti gli esseri viventi.”


Aiutaci a far sorgere il Monastero. 
Un luogo di preghiera e meditazione
per contribuire alla Pace nel Mondo